Convegno Don Orione 20 giugno 2015
Sabato 20 giugno 2015 presso il teatro S. Andrea importante convegno su
S. Luigi Orione, sul suo 75' anniversario dalla morte, 65 anni di
presenza a Pescara e centenario dal terremoto di avezzano. Il nome del
convegno: "Ho sempre amato l'Abruzzo" Intervenuto all'evento il
superiore generale dell'opera Don Orione don Flavio Peloso ed il Prof.
Tito Forcellese della facoltà di Scienze Politiche di Teramo.
All'apertura un profondo saluto dell'Arcivescovo Monsignor Valentinetti
della diocesi pescarese che ha ricordando la presenza di Don Orione
nella nostra città da 65 anni e di tutte le opere di bene di cui ha
beneficiato Pescara attraverso la sua presenza. In primis con l'opera
più grande che porta testimonianza del suo passaggio l'Istituto che
porta il suo nome, centro riabilitativo fiore all'occhiello nel
riabilitazione abruzzese.
Il ricordo del santo raccontato da Monsignor è stato coinvolgente e toccante per tutti i partecipanti che come per magia hanno rivissuto quei momenti passati.
A seguire c'è stato l'intervento del sindaco di Avezzano dott. Giovanni Di Pancrazio che ha ricordato con orgoglio la presenza di un Istituto Don Orione anche ad Avezzano, ricordandone le origini precendenti, un istituto professionale grazie al quale molti giovani sono stati inseriti nel mondo del lavoro.
Don Flavio Peloso Padre Generale degli orionini, interviene al termine a narrare del 18 gennaio del 1915 quando S. Luigi Orione giunge ad Avezzano per la prima volta, dopo il terremoto che ruba la vita a 30.000 persone in tutta la marsica. Lo scenario è apocalittico dove trovano desolazione interi paesi rasi al suolo. I racconti di Don Flavio sono agghiaccianti, descrivono un Don Orione sporco di calcinacci con le mani provate che si adoperava al salvataggio dei sopravvissuti e del riparo dei bambini scampati alla morte ma rimasti orfani. Gli episodi più forti vengono raccontati con enfasi soprattutto quando Don Orione incontra Re Vittorio Emanuele III giunto sul posto e lo sensibilizza tanto da convincerlo ad utilizzare le sue automobili per il trasporto a Roma dei bambini trovati vivi tra le macerie. E continua l'enfasi con un secondo episodio quando le stesse auto vennero assalite dai lupi durante il viaggio e Don Orione difese il prezioso carico mettendosi ad allontanare le bestie con urla che mostravano tutta la sua determinazione. E poi ancora con toni più caldi e amorevoli quando descrive l'incontro di S. Luigi con il giovane ribelle Secondino Tranquilli (Ignazio silone) ragazzo tremendo a cui il Santo porterà le valige per accoglierlo del collegio degli orfani che nel frattempo ha creato nella zona terremotata e di quando il ragazzo gli chiese spiegazioni di quel gesto. Gli occhi di molti, lucidi alle parole di risposta di Don Orione: "sarebbe stato l'asinello dei giovani ribelli come lui" colpendolo molto probabilmente al cuore e forse strappandogli un sorriso di resa. Lo stesso sorriso nei visi di chi ascoltava e che pensavano alla frase più "storica" del Santo: "solo la carità salverà il mondo"...
Il ricordo del santo raccontato da Monsignor è stato coinvolgente e toccante per tutti i partecipanti che come per magia hanno rivissuto quei momenti passati.
A seguire c'è stato l'intervento del sindaco di Avezzano dott. Giovanni Di Pancrazio che ha ricordato con orgoglio la presenza di un Istituto Don Orione anche ad Avezzano, ricordandone le origini precendenti, un istituto professionale grazie al quale molti giovani sono stati inseriti nel mondo del lavoro.
Don Flavio Peloso Padre Generale degli orionini, interviene al termine a narrare del 18 gennaio del 1915 quando S. Luigi Orione giunge ad Avezzano per la prima volta, dopo il terremoto che ruba la vita a 30.000 persone in tutta la marsica. Lo scenario è apocalittico dove trovano desolazione interi paesi rasi al suolo. I racconti di Don Flavio sono agghiaccianti, descrivono un Don Orione sporco di calcinacci con le mani provate che si adoperava al salvataggio dei sopravvissuti e del riparo dei bambini scampati alla morte ma rimasti orfani. Gli episodi più forti vengono raccontati con enfasi soprattutto quando Don Orione incontra Re Vittorio Emanuele III giunto sul posto e lo sensibilizza tanto da convincerlo ad utilizzare le sue automobili per il trasporto a Roma dei bambini trovati vivi tra le macerie. E continua l'enfasi con un secondo episodio quando le stesse auto vennero assalite dai lupi durante il viaggio e Don Orione difese il prezioso carico mettendosi ad allontanare le bestie con urla che mostravano tutta la sua determinazione. E poi ancora con toni più caldi e amorevoli quando descrive l'incontro di S. Luigi con il giovane ribelle Secondino Tranquilli (Ignazio silone) ragazzo tremendo a cui il Santo porterà le valige per accoglierlo del collegio degli orfani che nel frattempo ha creato nella zona terremotata e di quando il ragazzo gli chiese spiegazioni di quel gesto. Gli occhi di molti, lucidi alle parole di risposta di Don Orione: "sarebbe stato l'asinello dei giovani ribelli come lui" colpendolo molto probabilmente al cuore e forse strappandogli un sorriso di resa. Lo stesso sorriso nei visi di chi ascoltava e che pensavano alla frase più "storica" del Santo: "solo la carità salverà il mondo"...
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